I segni di una vita passata in mare, tra la sabbia, la salsedine e la sfida quotidiana di pescare e ritornare a casa sano e salvo.
Un volto nella luce, un attimo, tra la paura e la titubanza. Nello sguardo di questa bambina si legge una vita intera di esperienze, di adattamento alla realtà. Ma purtroppo alla fame ed alla miseria non ci si adatta mai.
Le nuvole che danzano, i riflessi colorati sul fiume che scorre, il blu e rosso del cielo serale. Firenze ha sempre tante cose da raccontare.
Un angelo che lotta, stanco, oppresso dal troppo peso da portare sulle proprie spalle.
Ci sono espressioni mimiche e colori che devono essere colti per forza. In questo momento di trasformismo tutto doveva essere armonico ed allineato, perfino le figura sullo sfondo.
Un soffio di vento tra i fiori, i capelli che volano di lato, dura un attimo,ma è un momento da ricordare per sempre.
Quest’immagine ritrae una particolare prospettiva del ponte in acciaio di fronte alla Tate gallery. I colori tutt’intorno e le sagome ripetute, si fondono con il cielo e le nubi colorate, animando una danza infinita attraverso i riflessi dei vetri azzurrini.
Era un momento imperdibile. Le scimmie disegnate in nero, si contendono una bottiglia di Coca-cola sul muretto del tempio di Swayambunath. Il cielo blu profondo si contrasta con le sagome dei macachi appoggiati di profilo sul muro.
Il ponte di Pashupatinath. Questo luogo ha una storia antichissima ed è uno dei luoghi sacri dove lo spirito vive più alto in Nepal. La suggestione di vedere vestiti e atmosfere così colorate, mi ha suggerito il corridoio di equilibrio tra individui e spazio narrativo.
Per me, la foto rappresentativa del Nepal. Attraverso i colori delle bandiere, la profondità del cielo blu e lo Stupa verticale(struttura centrale), traspaiono molte delle sfumature cromatiche e delle ricchezze che compongono la cultura di questo bellissimo paese.
Attraverso un piccolo passaggio, siamo incappati in questo monastero nascosto, su di un bellissimo promontorio. I piccoli buddhisti mi osservano incuriositi e divertiti, anche se non possono premettersi di perdere troppo tempo, devono ancora riordinare e fare pulizia all’interno del tempio.
Il tramonto sulle colline fiorentine, le nuvole si stagliano all’orizzonte in un gioco di colori, volumi e sfumature calde e fredde.
Uno dei posti più antichi del Nepal, Pashupatinath, dove avviene la cremazione dei morti, dove lo spirito si trasforma e ritorna in un altro mondo.La suggestione delle pire e delle volute di fumo, si mescola all’odore acre del legno che arde, mentre il fiume richiama a se i resti di chi parte per questo lungo viaggio.
Due facce fanno capolino da dietro un’antica finestra di Baktapur. Mi osservano curiose, queste due bambine, mentre anch’io le guardo incuriosito probabilmente quanto loro.
Questa strada sembra infinita a vederla, attraversa tutte le montagne circostanti perdendosi tra il verde e i colori della natura Umbra.
In mezzo alla festa nella Durbar square di Kathmandù, una bambina spunta per un attimo tra la folla. Una donna sorridente, si slancia in un gesto affettuoso per legarle una veste bianca intorno al collo, bianca come la purezza del suo spirito.
Durante la visita al mercato di Pashupatinath, mi imbatto in questa donna dall’espressione incredibile, corrucciata, rugosa, ma allo stesso tempo estremamente vitale. I colori del mercato ed il via vai dei nepalesi, incorniciano questo momento velocemente rubato.
Questa bambina, insieme ad altri piccoli amici conosciuti a Kathmandù, rappresenta attraverso lo sguardo, tutta la carica emotiva dei nepalesi. Costretti ad una vita spesso infelice e piena di difficoltà, queste persone vivono al meglio delle loro possibilità, affrontando la vita per quello che è, molto spesso con il sorriso sulle labbra nonostante la durezza.
Quest’immagine esprime uno degli aspetti psicologici per me più evidenti legati a Londra. Raffigura il ponte di fronte alla Tate gallery, in un momento di piena solitudine. Le persone che camminano sul ponte sono perfetti sconosciuti in una metropoli affollata di gente, ma nessuno ha a che fare con nessuno sul piano emotivo ed umano, come spesso succede nelle grandi città. Nessuno si conosce veramente.
Un grande spazio architettonico di metallo e vetro. Uno degli ambienti più incredibili e creativi di Londra. Le grandi vetrate tutt’intorno giocano con i riflessi di luce, creando bagliori ed illuminando la vastità dell’ambiente.
Una delle scogliere più affascinanti della Cornovaglia, dove il verde dell’erba è intenso ed il colore del mare è profondo.
Una metropoli grande come la solitudine…
Questo tempio estremamente suggestivo si trova su di un alto promontorio. Mentre guardo in alto, colgo con lo sguardo le bandiere bianche, che si innalzano come colombe per arrivare sulla punta più alta del monastero.
Il ponte di rialto al tramonto.
La dimensione onirica del cielo e e le sue sfumature cromatiche.
Il sole investe le foglie, che sembrano animarsi di luce colorata.
Non potete fare affidamento sui vostri occhi
se la vostra immaginazione e' fuori fuoco. (Mark Twain)Jens Mirannalti nasce a Firenze nel 1978, frequenta il liceo artistico statale Leon Battista Alberti e si specializza in arti grafiche visive, sperimentando le più importanti tecniche legate alla comunicazione professionale. Utilizzando il disegno, l’acquerello, la pittura ad olio e tempera, fino all’utilizzo della china e la tecnica di illustrazione a matita, scopre progressivamente il proprio linguaggio espressivo in campo artistico
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Pensare la fotografia come riproduzione della realtà è il prologo, l’introduzione, l’antipasto della mia fotografia. Il mio scatto rappresenta una personale visione del mondo, una comunione sinergica tra fantasia e realtà. Solo l’unione tra aspetto realistico e immaginario può infatti portare ad un tutto tondo compositivo-narrativo, quindi ad un’immagine che parla e racconta molto più di quanto rappresenta.
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